DIN DON – FILM LOCATION
“Din Don – Il ritorno” è un film per la televisione, appartenente al genere commedia, diretto da Paolo Geremei e interpretato da Enzo Salvi. Il film è il sequel di “Din Don – Una parrocchia in due”, dove Salvi recitava accanto a Maurizio Battista. È stato trasmesso in prima visione su Italia 1 il 29 dicembre 2019.
TRAMA DEL FILM DIN DON -IL RITORNO
Donato è tornato a fare il manager quando, improvvisamente, riceve una telefonata: don Dino è venuto a mancare a causa di un incidente. Donato viene a sapere che, a Roccasecca, la chiesa è stata chiusa e il parroco trasferito in un paesino del Nord Italia, in Trentino. Donato decide di recarsi lì per partecipare al funerale.
Giunto a destinazione, scopre che don Dino, nel testamento, lo ha nominato suo vice nella parrocchia, affidandogli il compito di portare a termine ciò che lui non era riuscito a concludere. Sebbene Donato voglia ripartire il prima possibile, gli amici di don Dino nella nuova comunità lo convincono a rimanere, perché solo lui può continuare il percorso tracciato dal defunto parroco. Alla fine, Donato accetta.
CAST PRINCIPALE DEL FILM “DIN DON- IL RITORNO”
Emy Bergamo: Cesira
Adolfo Margiotta: Murena
Leonardo Bocci: Smilzo
Andrea Dianetti: Luigi
Agnese Maselli: Agnese
Crisula Stafida: Gina
Gabriele Carbotti: don Gabriele
Marco Milano: Eduardino, assistente del sindaco
Rebecca Staffelli: suor Clementina
Shaila Di Giovanni: suor Teresina
Martina Galletta: suor Martina
Dove è stato girato il film Din Don – Il Ritorno?
Il film “” è stato girato in Trentino e in particolare in Val di Sole.
I LUOGHI DEL FILM DIN DON – IL RITORNO
Val di Sole: Un Set Naturale tra le Dolomiti del Trentino
Il Trentino, con le sue vallate incantate e paesaggi incredibili, è divenuto una delle mete predilette dal mondo cinematografico. Grazie alla sua straordinaria varietà naturale, alle competenze tecniche di alto livello e alla disponibilità di infrastrutture adatte per le produzioni cinematografiche, il Trentino si è trasformato in un palcoscenico a cielo aperto, dove registi di fama nazionale e internazionale scelgono di ambientare le loro opere.
La Magia Cinematografica del Trentino
In queste terre, immerse tra le Dolomiti e le Alpi meridionali, registi del calibro di Claudio Norza, Stefano Mordini e Alessandro Siani hanno trovato ispirazione per raccontare storie intrise di emozioni e bellezze paesaggistiche uniche. I borghi pittoreschi, le cittadine ricche di storia e le vallate verdeggianti offrono scenari ideali, che esaltano l’immaginario cinematografico e lasciano un’impronta indelebile nella memoria degli spettatori.
IL FASCINO DELLA VAL DI SOLE NEL CINEMA
Tra le tante perle del Trentino, la Val di Sole si distingue per la sua straordinaria bellezza e la capacità di evocare atmosfere uniche. Questa valle, incastonata nel cuore delle Dolomiti di Brenta, è diventata un set privilegiato per film e produzioni televisive che cercano di catturare l’essenza di un paesaggio incontaminato, dove natura e tradizione si incontrano.
DIN DON-FILM
Uno degli esempi più recenti è rappresentato dalle riprese del film “Din Don – Una Parrocchia in Due”, una commedia che ha conquistato il pubblico italiano e che ha scelto Pellizzano, un borgo della Val di Sole, come scenario per la sua seconda parte, intitolata “Din Don 2 – Il Ritorno”.
TRENTINO
VAL DI SOLE
(PELLIZZANO)
Il Cuore Cinematografico della Val di Sole
Pellizzano, un piccolo e affascinante borgo situato nel cuore della Val di Sole, ha rubato la scena nel mondo del cinema grazie alla sua atmosfera autentica e incontaminata. La produzione di “Din Don 2 – Il Ritorno” ha saputo valorizzare al meglio le sue stradine strette, le antiche case in pietra e i meravigliosi scorci montani, rendendolo un set naturale perfetto per raccontare storie di grande umanità e comicità.
Un Borgo che Incanta
Passeggiare per le vie di Pellizzano significa immergersi in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e dove ogni angolo racconta una storia.
Durante il vostro soggiorno, potreste riconoscere i luoghi immortalati nel film e rivivere le scene che hanno fatto sorridere milioni di spettatori. La Val di Sole, con i suoi prati verdi e le maestose montagne che si stagliano all’orizzonte, vi farà sentire come se foste parte di una sceneggiatura cinematografica, immersi in una cornice naturale che lascia senza fiato.
NEL FILM: i personaggi di Esmeralda e il sindaco si siedono su una panchina per conversare.
Indirizzo: Provincia: Provincia autonoma di Trento.
TRENTINO
VAL DI SOLE
(LO CHALET ALPENROSE)
Lo Chalet Alpenrose: Dove Cinema e Relax si Incontrano
Per chi desidera vivere in prima persona l’atmosfera dei set cinematografici, lo Chalet Alpenrose offre un’opportunità unica. Situato in una delle zone più belle della Val di Sole, questo chalet rappresenta il punto di partenza ideale per esplorare i luoghi in cui sono state girate alcune delle scene più iconiche di “Din Don 2 – Il Ritorno”.
CHALET ALPENROSE
Durante il vostro soggiorno, potrete rivivere le emozioni del film e passeggiare nei luoghi frequentati dai protagonisti, godendo al contempo di tutto il comfort e l’eleganza offerti dallo Chalet.
VAL DI SOLE
(OSSANA)
Le riprese di “Din Don 2” nella piccola località trentina di Ossana, si sono concluse il 6 luglio 2024, dopo quattro settimane di lavoro sul set. Il film, prodotto dalla romana Sunshine Production e diretto da Paolo Geremei, ha beneficiato del supporto logistico della “Trentino Film Commission”.
Ossana è un comune italiano di 828 abitanti della provincia di Trento. La località è anche conosciuta perché fu teatro dell’incidente aereo del monte Giner del 22 dicembre 1956.
VAL DI SOLE
(TERZOLAS)
Terzolas è un piccolo comune situato nella provincia autonoma di Trento, nel cuore del Trentino-Alto. Con una popolazione di circa 632 abitanti, si trova a un’altitudine di 755 metri sul livello del mare. La sua posizione nella bassa Val di Sole, su un ampio terrazzo glaciale, offre panorami suggestivi e un ambiente naturale ideale per il relax.
Tra i principali punti di interesse, spicca la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, costruita tra il 1894 e il 1896, a cui si affianca la storica Chiesa di San Nicolò, documentata già nel XIII secolo e successivamente riedificata tra il Settecento e l’Ottocento. Questi edifici religiosi testimoniano l’importanza culturale e storica del comune, che rappresenta un luogo di quiete e tradizione immerso nella natura.
VA DI SOLE
(COGOLO DI PEIO)
Cogolo è una frazione del comune di Peio, nella provincia di Trento. Fino al 1928 era un comune autonomo, ma successivamente è stato unito agli altri comuni della zona. Situato nel fondovalle della Val di Peio, ai piedi della catena montuosa dell’Ortles-Cevedale, ospita la sede del Parco Nazionale dello Stelvio. Questa catena include numerose cime che superano i 3.500 metri, tra cui il Monte Vioz.”
NEL FILM: la produzione del film ha girato in questo luogo alcune scene.
Indirizzo: provincia autonoma di Trento.
VAL DI SOLE
(COLDES)
Caldes: Un Tesoro Storico e Naturale nella Val di Sole
Situato nel cuore della Val di Sole, Caldes è un piccolo borgo che si distingue per la sua ricca storia e la bellezza naturale che lo circonda. A 682 metri di altitudine e con una popolazione di 1.101 abitanti, Caldes è una gemma nascosta che invita a essere scoperta. Circondato da incantevoli distese di meleti e da importanti monumenti storici, il paese si presenta come una destinazione ideale per chi desidera vivere un’esperienza autentica tra turismo, natura e tradizioni. La sua anima è racchiusa nelle numerose frazioni che compongono il comune, ognuna con il proprio fascino unico.
Eventi Culturali: L’Arcadia Street Festival
Ogni anno, a giugno, Caldes diventa il palcoscenico di un evento unico nel suo genere: l’Arcadia Street Festival. Questa manifestazione è una celebrazione dell’arte di strada, della musica e del circo, capace di trasformare il paese in un luogo magico dove si mescolano tradizioni, spettacoli e gastronomia. È un’occasione imperdibile per vivere il paese in un’atmosfera festosa e coinvolgente, immergendosi nelle sue antiche tradizioni pur rimanendo connessi alla modernità.
NEL FILM: il suo scenario appare in molte scene.
Indirizzo: Val di Sole Trento.
LAZIO
ROMA
(CINECITTÀ WORLD)
Le riprese dell’ottavo e nono capitolo della saga “Din Don”, in onda su Italia 1, invece si sono svolte all’interno del parco divertimenti Cinecittà World a Roma. La produzione ha scelto questo ambiente per ricreare alcuni set. Prodotto dalla Sunshine Production, “Din Don” ha catturato il cuore del pubblico italiano dal 2018.
I protagonisti, Enzo Salvi e Maurizio Mattioli, li rivediamo negli stessi ruoli. In questa nuova avventura, i due preti si troveranno a vivere incredibili esperienze nel parco a tema Roma World, immersi nella location dell’accampamento dei legionari.
I LUOGHI DEL FILM DIN DON – LOCATION
LAZIO
(FROSINONE)
Il primo film della saga è stato girato tra Roccasecca e Cassino, con le riprese che si sono svolte dal 13 giugno al 17 luglio 2018 .
NEL FILM: Donato scopre che a Roccasecca la chiesa è stata chiusa e il parroco è stato trasferito in un piccolo paese del Nord Italia, situato in Trentino.
OSSANA
INCIDENTE AEREO
Il Disastro Aereo del Monte Giner: Un Tragico Capitolo dell’Aviazione Civile Italiana
Il 22 dicembre 1956, la quiete invernale delle Alpi trentine fu spezzata da uno degli eventi più drammatici della storia dell’aviazione italiana: l‘incidente del volo Roma-Milano della compagnia aerea LAI (Linee Aeree Italiane), che si schiantò contro le pendici della Cima Giner. Questo tragico avvenimento, che portò alla morte di 21 persone, rimane impresso nella memoria collettiva per la sua portata emotiva e le polemiche che ne seguirono.
Le Dinamiche dell’Incidente
Alle ore 18:20, il Douglas DC-3, identificato con la sigla I-LINC, in volo sulla rotta Roma-Ciampino / Milano-Malpensa, si schiantava violentemente contro le impervie montagne del gruppo della Presanella, in una zona isolata e innevata a 2.600 metri di altitudine. L’aereo era fuori rotta di diverse centinaia di chilometri dal suo tragitto previsto.
Il volo avrebbe dovuto sorvolare l’isola d’Elba e proseguire verso nord, ma per cause che non furono mai completamente chiarite, si diresse verso il Trentino, incontrando condizioni meteorologiche estreme, con una visibilità limitata e formazione di ghiaccio sulle ali.
Nessuno dei 17 passeggeri e dei 4 membri dell’equipaggio sopravvisse all’impatto. Le operazioni di soccorso, rese difficili dalle proibitive condizioni climatiche, permisero di ritrovare i resti dell’aereo solo due giorni dopo, la vigilia di Natale, in un’area montana irraggiungibile.
Le Vittime: Una Tragedia Umana
L’incidente ebbe un impatto devastante non solo per la comunità locale, ma per l’intero paese. A bordo dell’aereo viaggiavano cittadini italiani e due cittadini americani, tra cui imprenditori, militari e personalità illustri. Di seguito riportiamo i nomi delle vittime, che meritano di essere ricordate con rispetto e solennità:
– Carlo Bardelli – Malnate
– Salvator Benbassat – Grecia
– Giovanni Bruno – Palermo
– Giorgio Calimani – Venezia
– Guido Camilletti – Bergamo
– Armando De Pedys – Paliano
– Pier Camillo Gariboldi – Vigevano
– Edith Gray Connor – Greenwood (USA)
– Harris Gray Jr. – Greenwood (USA)
– Luigi Lisé – Caorso
– Francesco Lucchelli – Zinasco
– Amleto Mantegazza – Milano
– Ilario Montagna – Broni
– Mario Pellini – Cadegliano
– Luciano Renieri – Grosseto
– Giuseppe Scarpari– Thiene
– Giulio Tieghi – Milano
L’equipaggio, composto da figure esperte del volo, comprendeva:
– Giorgio Gasperoni – Ancona (Comandante pilota)
– Lamberto Tamburinelli – Pesaro (secondo pilota)
– Romano D’Amico – Roma (marconista)
– Maria Luisa Onorati – Roma (hostess)
Le Cause dell’Incidente: Errori Umani e Tecnologia Obsoleta
L’inchiesta ufficiale attribuì la tragedia a un grave errore del pilota, il comandante Giorgio Gasperoni, che non seguì le rotte aeree previste. Si ipotizzò che potesse esserci stato un guasto alla strumentazione di bordo, ma al tempo non esisteva ancora la scatola nera per verificare con precisione gli eventi.
Le condizioni atmosferiche avverse, unitamente alla vetustà del velivolo, contribuirono a peggiorare la situazione. L’aereo Douglas DC-3, soprannominato “Dakota”, era un modello risalente alla Seconda Guerra Mondiale, utilizzato per il trasporto di truppe. Il velivolo coinvolto nell’incidente aveva iniziato a volare nel 1943, un’età considerevole per un aereo di linea, e molti lo consideravano ormai inadeguato per i voli commerciali.
Le Conseguenze e le Polemiche
Il disastro aereo sollevò un’ondata di polemiche sulla gestione delle compagnie aeree italiane, in particolare sulla LAI, che veniva accusata di avere una gestione inefficiente e scarsa manutenzione degli aeromobili.
Alcuni osservatori puntarono il dito contro la scarsa preparazione dei piloti e la manutenzione irregolare dei velivoli, con tempi di revisione dei motori giudicati insufficienti. Il clima di sfiducia nei confronti della LAI si intensificò quando, pochi giorni dopo l’incidente del Monte Giner, un altro aereo della compagnia uscì di pista durante l’atterraggio a Reggio Calabria, per fortuna senza vittime.
La Fusione tra LAI e Alitalia
Le conseguenze dell’incidente accelerarono il processo di fusione tra LAI e Alitalia, una questione già in discussione da tempo. Il 4 gennaio 1957, il presidente di Alitalia, Niccolò Carandini, espresse pubblicamente il suo accordo, seppur con alcune riserve, sulla fusione. La vicenda si concluse nell’agosto del 1957, quando la LAI si pose in liquidazione volontaria e confluirono in Alitalia, che assunse la nuova denominazione di Alitalia – Linee Aeree Italiane.
La Memoria del Disastro
Il disastro aereo del Monte Giner rimane una ferita aperta nella storia dell’aviazione italiana. La tragedia ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva e ha portato alla costruzione di un monumento commemorativo presso la chiesa di Sant’Antonio di Ossana, per ricordare le vittime e mantenere viva la memoria di un evento tanto tragico quanto significativo.
Questo tragico episodio ci ricorda l’importanza della sicurezza aerea e delle innovazioni tecnologiche nel campo dell’aviazione, elementi cruciali per prevenire che eventi come questo possano ripetersi.
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