SALMA AL- SHEBAB RICERCATRICE
I FATTI
Tutto è iniziato nel 2020 quando Salma al-Shebab 34 anni, madre di due figli decide di tornare nel suo paese d’origine, l’Arabia Saudita, per salutare la sua famiglia e prendersi un anno di pausa dal suo lavoro di ricerca presso l’Università di Leeds nel Regno Unito. Ma la ragazza di certo non poteva immaginare che questo sarebbe stato l’inizio di un vero incubo.
Nell’Arabia Saudita rimane un regime totalitario e spietato, con i diritti umani violati e le voci di protesta represse nel modo più brutale. L’ultima voce arriva da Salma al- Shebab, che è stata condannata semplicemente per aver utilizzato un account Twitter per aiutare le attiviste per i diritti alle donne.
La Freedom Initiative: un’organizzazione per la difesa dei prigionieri detenuti ingiustamente in Medio Oriente e Nord Africa, ha rivelato che la ragazza è stata condannata a 34 anni di carcere dal tribunale saudita per terroristi, per aver utilizzato Twitter e seguire (secondo loro) dei dissidenti che hanno causato disordini pubblici e messo in pericolo la sicurezza nazionale.
Rispondendo alla notizia della sua condanna, la dott.ssa Bethany Al-Haidari, manager saudita presso la Freedom Initiative, ha dichiarato:
<< L’Arabia Saudita si è vantata con il mondo che stanno migliorando i diritti delle donne e creando una riforma legale, ma non c’è dubbio con questa frase ripugnante che la situazione stia solo peggiorando. Sfortunatamente non sorprende che MbS si senta più in grado che mai di presiedere a tali eclatanti violazioni dei diritti. Senza alcun reale passo verso la responsabilità, il viaggio di Biden a Gedda e l’abbraccio della comunità internazionale devono sembrare un via libera Le autorità saudite devono rilasciare Salma e assicurarsi che i suoi ragazzi non crescano senza una madre semplicemente perché ha chiesto la libertà per i diritti umani attivisti >>. Bethany Al-Haidari.
LA SITUAZIONE NEL MONDO
Non è una novità per il regno dell‘Arabia Saudita, storicamente noto per non dare spazio alla libertà di parola.
Ma che dire nel resto del mondo?
Egitto: condanna al carcere nel 2021 due influencer per aver pubblicato un video che spronava le donne a iniziare una carriera sui social media.
Iran: nel 2020 il tribunale condanna alla pena capitale Ruhollah Zam, amministratore del popolare canale di notizie Telegram.
Con l’Afghanistan l’elenco potrebbe continuare all’infinito, e in quasi tutte le accuse ritroviamo gli stessi reati: minacce alla sicurezza nazionale, divulgazione, terrorismo internazionale, ecc…
IL POETA E SCRITTORE BASIR AHANG
Il poeta Basir Ahang ci ha regalato una delle poesie più belle mai scritte per aiutare a comprendere meglio i sentimenti dei residenti che devono lasciare la loro terra.
LA POESIA: “QUESTO MOMENTO MI APPARTIENE”
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Basir Ahang è nato in Afghanistan a Kabul ma dal 2008 vive e lavora in Italia. Giornalista di professione si occupa prevalentemente di Afghanistan e diritti umani con un’attenzione particolare alla situazione dei rifugiati e delle donne.
DIADIASPORA AFGANA
Con il termine poesia della diaspora si intende un insieme di opere poetiche create da autori costretti a lasciare il proprio paese di origine per vari motivi, come guerre o persecuzioni politiche e religiose. I temi ricorrenti in tali poesie sono la nostalgia per la patria, la rabbia e il dolore per l’esilio forzato, la condizione di rifugiato, la condanna della guerra e temi classici e universali come l’amore.
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